Musiche di
Mieczysłav Weinberg Sonata per violino e pianoforte n.5 op.53
Ludwig van Beethoven Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore op.30 n.3
Mieczysłav Weinberg Sonata per violino solo n.3 op.126
César Franck Sonata in la maggiore per violino e pianoforte (1886)
Ferrara Musica propone uno degli appuntamenti più attesi della stagione 2014/2015, un concerto di eccezionale rilievo. Protagonisti della serata sono il grande violinista Gidon Kremer e la mitica pianista Martha Argerich: il duo, ormai leggendario, si confronterà con un programma che mette al centro la figura di Mieczysłav Weinberg, compositore polacco di nascita, poi vissuto in Unione Sovietica, amico fraterno di Šostakovič, un autore sfortunato e dalla vita travagliata. La riscoperta della sua musica - a cui molto ha contribuito Gidon Kremer, è cominciata appena una decina d'anni fa e continua a svelare al pubblico nuovi tesori. Di Weinberg verranno eseguite la Sonata per violino e pianoforte n. 5 op.53 che apre il concerto e la difficilissima Sonata per violino solo n.3 op.126 che Kremer esegue in apertura della seconda parte. Il programma è arricchito dalla Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore op. 30 n.3 di Beethoven, una fra le più briose e popolari del compositore tedesco, in cui il genio beethoveniano appare nella sua originalità, completamente liberato dagli influssi mozartiani. Chiude infine il concerto la Sonata in la maggiore per violino e pianoforte di César Franck, un'opera del 1886 nota per essere stata uno dei primi esempi di sonata ciclica, col tema variamente riproposto nei quattro tempi della composizione.
Il sodalizio fra Gidon Kremer e Martha Argerich - due artisti entrambi molto legati a Claudio Abbado, in particolare la Argerich che qui a Ferrara con il grande direttore d'orchestra ha segnato negli ultimi anni alcune importanti tappe della sua carriera - è nato molto tempo fa, si rinnova spesso e si nutre prima di tutto di stima reciproca e di amicizia. I due musicisti dal punto di vista interpretativo sono una coppia perfetta: non solo rigorosi e attenti al fraseggio, ma ironici e capaci di intendersi al volo e quasi senza guardarsi. Kremer, del resto, quando parla di Martha Argerich, fa spesso cenno all’energia che emana: «Stare sul palco con lei – scrive nel suo libro Lettres à une jeune pianiste (Parigi, L’Arche éditeur, 2012) – è come essere catturati in un contagioso campo di energia, è sempre un privilegio suonare con lei. Sono fortunato a farlo spesso».